Il sistema di istruzione superiore e universitario in Italia
IL SISTEMA DI ISTRUZIONE SUPERIORE
I CREDITI FORMATIVI
La legge (art. 4 della legge del 28 marzo 2003 n.53) prescrive che il periodo di stage possa avere uno specifico valore all'interno del percorso formativo, quantificabile in termini di crediti formativi.
I crediti formativi sono dei “punti” che il giovane accumula nell’ambito di un percorso di studi, in base alla quantità di ore trascorse tra studio individuale, frequenza alle lezioni, seminari, eventuali tirocini e stage, che lo studente dedicherà alla propria formazione (per il conseguimento del diploma per gli studenti del quinto anno di scuola media superiore, di esame o laurea per gli studenti universitari).
La normativa (art. 12 del D.P.R. del 23 luglio 1998 n. 323, D.M. del 10 febbraio 1999 n. 34 e art. 9 del D. Lgs. del 25 marzo 1998 n.142) prevede che il periodo di tirocinio, debitamente documentato e coerente con il percorso di studi scolastico o universitario, venga riconosciuto come valore aggiunto alla formazione dello studente.
Negli istituti secondari superiori il credito formativo assegnato dal consiglio di classe permette allo studente di ottenere un punteggio aggiuntivo a quello riportato nelle prove scritte e orali dell’esame di maturità. In ambito universitario la modalità secondo cui viene convertita l’esperienza di tirocinio in crediti formativi universitari (vd. box “I Crediti Formativi Universitari” alla fine della pagina) di esame o di laurea viene stabilita autonomamente da ogni consiglio di facoltà (fermo restando che 1 CFU viene assegnato ogni 25 ore di studio/stage).
IL SISTEMA DI ISTRUZIONE SUPERIORE
La riforma della scuola, attivata nell’anno scolastico 2010-2011, ha introdotto alcuni cambiamenti nel sistema degli istituti superiori:
- la riduzione degli indirizzi di licei e istituti tecnici da più di 750 a 20;
- l’insegnamento della lingua e della letteratura inglese obbligatorio per tutto il quinquennio, in ogni istituto superiore;
- il potenziamento, in alcuni indirizzi, delle materie scientifiche;
- maggiore importanza data al voto in condotta, che torna a fare media e a influire sul giudizio finale dell’alunno: occorre ottenere almeno il 6 per essere ammessi alla classe o al ciclo successivo.
La riforma e i licei
Con la riforma i licei classici, scientifici e linguistici sono rimasti sostanzialmente invariati.
I licei nati dalla conversione degli istituti magistrali (liceo socio-psico-pedagogico e liceo delle scienze sociali) sono confluiti nel nuovo liceo delle scienze umane.
Gli indirizzi del vecchio liceo artistico e dell’istituto d’arte sono invece confluiti nel nuovo liceo artistico, che prevede un primo biennio unitario e sei diversi indirizzi nel secondo biennio e nell’ultimo anno.
I licei musicali e quelli coreutici sono stati unificati nel liceo musicale e coreutico, articolato in due sezioni.
L’offerta formativa dei licei presenta dunque 6 indirizzi:
- liceo classico
- liceo scientifico, eventualmente con l’opzione Scienze applicate
- liceo linguistico
- liceo delle scienze umane, eventualmente con l’opzione Economico-sociale
- liceo artistico, articolato in 6 indirizzi:
-
- arti figurative
- architettura e ambiente
- design
- grafica
- scenografia
- audiovisivo multimedia
- liceo musicale e coreutico
La riforma e gli istituti professionali
Gli istituti professionali consentono di acquisire le conoscenze e le competenze necessarie per ricoprire ruoli tecnici operativi nei settori produttivi di riferimento, a seconda dell’indirizzo scelto.
Dall’anno scolastico 2010-2011 gli istituti professionali sono organizzati nella formula 2+2+1, con il secondo biennio articolato in singole annualità (1+1) per facilitare i passaggi tra diversi sistemi di istruzione e formazione. Gli istituti professionali prevedono uno stage in azienda, che costituisce parte integrante del percorso formativo. Ogni studente infatti nel corso degli studi svolge un tirocinio orientato all’acquisizione di attitudini e atteggiamenti volti all’inserimento in specifici ambiti professionali e all’apprendimento di un’attività lavorativa.
Gli istituti professionali sono divisi in 2 macrosettori per un totale di 6 indirizzi:
-
settore servizi
- servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale
- servizi socio-sanitari
- servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera
- servizi commerciali.
-
settore industria e artigianato
- servizi per la manutenzione e l’assistenza tecnica
- produzioni industriali e artigianali.
La riforma e gli istituti tecnici
L’istruzione tecnica offre una base culturale scientifica e tecnologica che consente agli studenti di acquisire saperi e competenze utili per un rapido inserimento nel mondo del lavoro subito dopo il conseguimento del diploma.
Con il riordino degli istituti tecnici si passa da 10 settori e 39 indirizzi a 2 settori e 11 indirizzi.
Il percorso è strutturato in due bienni e un anno finale (2+2+1) in modo da permettere eventuali passaggi tra sistemi omogenei. Il primo biennio prevede un contenuto formativo di base, il secondo biennio un contenuto specialistico a seconda degli indirizzi e l’ultimo anno un perfezionamento mirato al percorso scelto.
Con la riforma è stato intensificato l’insegnamento della lingua inglese e delle scienze integrate (biologia, fisica, chimica) ed è stato rafforzato il contatto tra il mondo scolastico e quello lavorativo grazie alla possibilità offerta agli studenti di fare tirocini per conoscere presto il mondo del lavoro.
Gli istituti tecnici sono divisi in 2 settori per un totale di 11 indirizzi:
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settore economico
- amministrativo, finanza e marketing
- turismo
-
settore tecnologico
- meccanica, meccatronica ed energia
- trasporti e logistica
- elettronica ed elettrotecnica
- informatica e telecomunicazioni
- grafica e comunicazione
- chimica, materiali e biotecnologie
- sistema moda
- agraria, agroalimentare e industria
- costruzioni, ambiente e territorio
IL SISTEMA UNIVERSITARIO
L’architettura degli studi universitari italiana ha subito un notevole cambiamento con la riforma avviata dal D.M. 509/1999 che ha introdotto, a partire dall’anno accademico 2001-2002, l’articolazione dei corsi di studio su due livelli di laurea (il cosiddetto “3+2”, ovvero lauree triennali e lauree specialistiche).
Con il decreto 270/2004 (che modifica il D.M. 509/1999) viene introdotta una suddivisione dei percorsi di studio in tre cicli:
- primo ciclo: corso di laurea (tre anni);
- secondo ciclo: corso di laurea magistrale (due anni) e corso di laurea magistrale a ciclo unico (cinque o sei anni);
- terzo ciclo: dottorato di ricerca e corso di specializzazione (istituito in applicazione di direttive dell’Unione Europea).
I primi due cicli, costituiscono l’intero percorso accademico, completato eventualmente da master di primo e secondo livello; il corso di dottorato, previsto al terzo ciclo avvia all’attività di ricerca (pubblica o privata) e consente di intraprendere la carriera accademica; i corsi di specializzazione sono finalizzati alla formazione di specialisti principalmente nell’area medica e dell’insegnamento.
Gli obiettivi perseguiti dal nuovo decreto sono gli stessi che hanno ispirato la riforma avviata dal D.M. 509/1999, ovvero:
- ridurre l’abbandono degli studi e abbreviare i tempi di conseguimento del titolo (con il conseguente abbassamento dell’età media dei laureati);
- coniugare una preparazione metodologico-culturale, da sempre prerogativa della didattica universitaria, con una formazione fortemente professionalizzante, facilitando l’inserimento dei neolaureati nel mondo del lavoro;
- favorire un’effettiva mobilità degli studenti a livello nazionale e internazionale anche attraverso l'introduzione del sistema dei crediti (vd. box I Crediti Formativi Universitari).
un consiglio per la selezione di stagisti laureandi/laureati
In fase di selezione di potenziali stagisti laureandi o laureati è opportuno tenere in considerazione non solo il corso di studi frequentato dal candidato ma anche la classe di laurea a cui il corso appartiene.
Le università possono infatti scegliere liberamente le denominazioni dei corsi di laurea; perciò comparando l'offerta di più atenei, corsi di laurea molto diversi tra loro potrebbero avere denominazioni analoghe e, viceversa, corsi molto simili tra loro potrebbero essere chiamati in maniera differente.
La classe di appartenenza costituisce invece la vera "carta di identità" del corso di studi, poiché ne identifica i contenuti minimi di base e gli obiettivi formativi, cioè ciò che il laureato "dovrà sapere" e ciò che "saprà fare".
Le classi di laurea
A partire dal decreto 270/2004 sono state ridefinite le classi di laurea, indicate nel D.M. del 16 marzo 2007(collegamento a percorso/conoscere/normativa/ D.M. del 16 marzo 2007).
Tutti i corsi di laurea e di laurea magistrale attivati dagli atenei, infatti, sono raggruppati all’interno di classi: i corsi istituiti all'interno della stessa classe condividono gli obiettivi formativi qualificanti necessari per conseguire il titolo di studio e le corrispondenti attività formative.
La classe di laurea è quindi, una sorta di "contenitore", corrispondente a un determinato ambito disciplinare (ad esempio, la classe delle "Ingegnerie industriali" o quella delle "Scienze economiche"), che definisce i contenuti minimi obbligatori che ciascun corso di laurea dovrà avere.
Le università definiscono autonomamente i corsi di laurea, che possono avere caratteristiche e denominazioni diverse purché rispondenti alle indicazioni contenute nella relativa classe di appartenenza.
A ciascuna classe corrisponde un prospetto che riporta:
- gli obiettivi formativi qualificanti dei corsi (profilo culturale e professionale del laureato);
- le attività formative indispensabili per conseguirli;
- il numero minimo di crediti formativi che gli ordinamenti didattici di ateneo dovranno riservare a ogni tipologia di attività formativa e a ogni ambito disciplinare.
Ogni corso di laurea deve appartenere a una determinata classe, e da questa appartenenza dipenderanno:
- gli "obiettivi formativi" (ciò che il laureato "dovrà sapere" e ciò che "saprà fare");
- il valore legale (ad esempio, la laurea in Economia e gestione aziendale conseguita nell'ateneo "X" avrà lo stesso valore della laurea in Economia delle imprese e dei mercati conseguita nell'ateneo "Y", perché entrambe appartenenti alla classe di laurea in Scienze economiche);
- la spendibilità del titolo nelle carriere delle pubbliche amministrazioni e nell'accesso agli ordini professionali.
Il D.M. del 16 marzo 2007 ha ridefinito la denominazione, il numero e le caratteristiche delle classi di laurea e di laurea magistrale. Con questo decreto sono state istituite:
Nella prospettiva di una progressiva riduzione dei percorsi formativi (e per arginare il fenomeno della proliferazione dei corsi di laurea che ha caratterizzato i primi anni di applicazione del sistema “3+2”), i decreti sulle classi pongono dei limiti agli atenei: non potranno essere istituiti due diversi corsi di laurea o di laurea magistrale afferenti alla medesima classe a meno che le attività formative dei rispettivi ordinamenti didattici non si differenzino per almeno 40 crediti (per le lauree) e per almeno 30 crediti (per le lauree magistrali).
Il nuovo decreto sulle classi introduce come novità la possibilità per gli atenei di attivare corsi di laurea interclasse: un ateneo potrà istituire un corso di laurea o di laurea magistrale appartenente a due classi: sarà lo studente, al momento dell’immatricolazione, a indicare la classe in cui intende conseguire il titolo di studio. Una volta effettuata la scelta, lo studente potrà ancora modificarla prima dell’iscrizione al terzo anno della laurea e al secondo anno della laurea magistrale.
I decreti sulle classi, al fine di ridurre la frammentazione didattica, stabiliscono inoltre un limite nel numero di esami:
- nelle lauree triennali è previsto un massimo di 20 esami;
- nelle lauree magistrali è previsto un massimo di 12 esami.
È importante ricordare che un corso di laurea o di laurea magistrale appartenente a una determinata classe fa sempre riferimento, all’interno dell’ateneo, alla facoltà che lo istituisce. Possono esistere corsi istituiti in collaborazione tra più facoltà, questi vengono denominati corsi interfacoltà.
I titoli di studio universitari
Laurea
Il corso di laurea è il primo livello degli studi universitari.
Prevede una durata di 3 anni e l’acquisizione di 180 crediti.
Con il diploma di laurea si consegue il titolo di Dottore.
L’obiettivo principale dei corsi di studio di primo livello è quello di consentire l’acquisizione di metodi e contenuti scientifici generali che forniscano solide basi per proseguire gli studi (con un corso di laurea magistrale oppure con un master di primo livello).
Esistono anche corsi di primo livello a spiccato orientamento professionalizzante che consentono l’ingresso nel mondo del lavoro anche al termine del percorso triennale.
Il percorso didattico di un corso di laurea prevede lezioni in aula e relativi esami, seminari, laboratori, attività pratiche, esercitazioni individuali o guidate, tirocini, e inoltre la verifica sia della conoscenza di una lingua straniera, scelta dallo studente tra quelle dell'Unione Europea, sia di competenze informatiche di base.
Il corso di laurea si conclude con una prova finale che non consiste nella tradizionale tesi. Le modalità della prova sono stabilite dai singoli atenei: si tratta in genere di elaborati o relazioni. L’acquisizione di competenze per lo svolgimento di professioni specialistiche è però demandata al percorso di laurea magistrale.
Laurea magistrale
La laurea magistrale è un percorso di studio successivo alla laurea.
Prevede una durata di 2 anni e l'acquisizione di 120 crediti.
Con il diploma di laurea magistrale si consegue il titolo di Dottore Magistrale.
L’obiettivo del corso di laurea magistrale è quello di consentire una specializzazione delle conoscenze e delle competenze acquisite con la laurea triennale: ne deriva una formazione di più alto livello per consentire l'esercizio di specifiche professioni che richiedono un'elevata qualificazione.
Il percorso didattico di un corso di laurea magistrale prevede lezioni in aula e relativi esami, seminari, laboratori, attività pratiche, esercitazioni individuali o guidate.
Per fornire adeguate conoscenze pratiche per l'accesso al mondo del lavoro, è prevista inoltre la possibilità di svolgere tirocini e stage.
Il corso di laurea magistrale si conclude con la discussione della tesi di laurea elaborata in forma originale dallo studente sotto la guida di un relatore.
Laurea magistrale a ciclo unico
È un corso di laurea della durata di 5 o 6 anni regolato da normative dell’Unione Europea (o finalizzato all’accesso alle professioni legali).
Non prevede un percorso di primo livello e consente di acquisire 300 o 360 crediti.
Con il diploma di laurea magistrale a ciclo unico si consegue il titolo di Dottore Magistrale.
I corsi di laurea magistrale a ciclo unico sono istituiti all’interno delle classi di laurea magistrali e consentono di acquisire conoscenze di livello avanzato per l’esercizio di attività di elevata qualificazione in specifici ambiti regolati da normative europee (Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e protesi dentaria, Medicina veterinaria, Farmacia, Chimica e tecnologia farmaceutiche e Architettura) e per l’accesso alle professioni legali.
Il corso di laurea in Giurisprudenza è diventato una laurea magistrale a ciclo unico a partire dall’anno accademico 2006-2007 (D.M. del 25 novembre 2005).
Il percorso didattico di un corso di laurea magistrale a ciclo unico prevede attività di didattica formale (lezioni in aula, seminari), attività pratiche (laboratori, esercitazioni) e attività professionalizzanti svolte presso strutture universitarie o altre strutture convenzionate. È inoltre prevista la verifica della conoscenza di una lingua straniera, scelta dallo studente tra quelle dell'Unione europea, e di competenze informatiche di base. Rientra nel percorso didattico un periodo di tirocinio o stage.
Il percorso si conclude con la tesi di laurea elaborata in modo originale sotto la guida di un relatore. Per i corsi di laurea in Medicina e chirurgia e Odontoiatria e protesi dentaria, tale attività è definita "internato di laurea".
Il post laurea
Master
È un corso di studio a carattere di perfezionamento scientifico e di alta formazione. Fornisce conoscenze e abilità di carattere professionale, di livello tecnico-operativo o di livello progettuale,
I master possono essere di 1° livello se vi si accede dopo la laurea, oppure di 2° livello se vi si può accedere solo dopo aver conseguito la laurea magistrale.
Possono essere organizzati in collaborazione con enti o istituzioni pubbliche o private. Mirano a sviluppare conoscenze precedentemente acquisite e a tradurle in competenze professionali, ma possono anche servire per approfondire e potenziare capacità professionali sviluppate nel corso di esperienze lavorative: vi possono dunque accedere non soltanto i neo laureati, ma anche coloro che sono già inseriti in contesti di lavoro.
Gli obiettivi e i programmi dei master sono stabiliti dalle facoltà di ciascun ateneo.
I corsi si articolano in lezioni in aula, studio individuale, esercitazioni, attività di laboratorio e si concludono con un periodo di tirocinio (spesso chiamato “project work”) presso enti o imprese.
Il master universitario si consegue con l'acquisizione di almeno 60 crediti e rilascia un titolo accademico.
Dottorato di ricerca
Il dottorato di ricerca rappresenta il livello più alto della formazione universitaria.
Dura 3 o 4 anni e vi si accede dopo la laurea magistrale.
L'obiettivo del dottorato di ricerca è di fornire conoscenze e competenze di carattere scientifico richieste nell’ambito della carriera universitaria o in centri di ricerca avanzata pubblici o privati.
L'ammissione avviene attraverso concorso per titoli ed esami. È riservato a un numero ristretto di partecipanti. Per essere ammessi a un corso di dottorato di ricerca occorre essere in possesso della laurea magistrale o di un equivalente titolo di studio conseguito all’estero, riconosciuto idoneo.
Il titolo di dottore di ricerca si consegue dopo un percorso di studi e di ricerca finalizzato all'approfondimento dell'indagine scientifica e della metodologia di ricerca in uno specifico settore; si conclude con l'elaborazione di una tesi finale.
Ogni ateneo, con proprio regolamento, disciplina l'istituzione dei corsi di dottorato, le modalità di accesso e di conseguimento del titolo, gli obiettivi formativi e il programma di studi, la durata, il contributo per l'accesso e la frequenza, le modalità di conferimento.
É possibile attivare corsi di dottorato inter-ateneo e mediante convenzione con soggetti pubblici e privati.
Corso di perfezionamento
È un corso di approfondimento, di aggiornamento scientifico e di formazione che consente lo sviluppo di competenze e capacità di alto livello per il miglioramento della propria professionalità.
L'università può promuovere corsi di perfezionamento anche in collaborazione con altri enti e istituzioni, pubbliche o private.
A differenza del master non rilascia un titolo accademico, ma un attestato di partecipazione che certifica le competenze acquisite.
La durata varia a seconda dell'articolazione didattica e delle competenze che il corso intende fornire. È riservato a un numero limitato di partecipanti selezionati attraverso colloqui o altre forme di verifica.
Corso di specializzazione
Il corso di specializzazione fornisce conoscenze e abilità per esercitare particolari professioni. Permette di ottenere l'abilitazione all'esercizio di queste professioni ed è finalizzato alla formazione di specialisti in determinati settori professionali.
Un corso di specializzazione può essere istituito esclusivamente in applicazione di specifiche norme di legge o di direttive dell'Unione europea.
Per accedere a un corso di specializzazione è necessario aver conseguito una laurea magistrale. La durata del corso e il numero di crediti da acquisito per il conseguimento del diploma di specializzazione sono definiti nell'ordinamento didattico di ogni corso.
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Per conseguire un titolo di studio universitario o post-universitario lo studente deve raggiungere un certo numero di Crediti Formativi Universitari (CFU). Mentre il voto (in trentesimi per quanto riguarda gli esami, in cento decimi per quanto riguarda il voto finale complessivo) serve a misurare il valore e la qualità del lavoro svolto, il CFU ne misura la quantità. Il CFU è infatti l'unità di misura del tempo di apprendimento accademico: la quantità di ore (ogni credito corrisponde a 25 ore) trascorse tra studio individuale, frequenza di lezioni e seminari, eventuali stage, che lo studente dedicherà alla propria formazione. I crediti si possono ottenere infatti superando gli esami, partecipando a laboratori o svolgendo tirocini presso aziende o enti. Il carico di lavoro di un anno di studi universitari corrisponde a 60 crediti. Per il raggiungimento della laurea triennale sarà quindi necessario ottenere 180 crediti (60 crediti per 3 anni) cui vanno aggiunti ulteriori 120 crediti (pari a due anni di studio) per il conseguimento della laurea magistrale; per le lauree a ciclo unico (non 3+2, ma 5 anni) i crediti necessari per l’acquisizione del titolo saranno circa 300. L'università decide le modalità di verifica dei crediti per ogni disciplina del corso: di solito col superamento dell'esame, ma anche con forme di lavoro alternative. L'introduzione del sistema dei crediti è finalizzata anche a migliorare il livello di integrazione con gli altri atenei europei nei programmi Socrates o nei progetti congiunti di ricerca.
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